Il nuovo tecnico del Vicenza, Francesco Modesto, è stato presentato oggi alla stampa: "Voglio ringraziare la proprietà, il presidente Rosso, il direttore sportivo Balzaretti e il direttore Sagramola, perché mi hanno dato un’opportunità molto bella da intraprendere, in una città stupenda, dove il calcio si respira appena arrivi. Io ci ho giocato in questo stadio e poi sono venuto qui anche come allenatore quando ho affrontato il Vicenza, è qualcosa di bello entrare qui, quindi grazie di avermi dato questa opportunità, adesso tocca me tirar fuori il meglio da questa squadra per raggiungere gli obiettivi che mi sono stati dati. Il direttore Balzaretti mi ha chiamato domenica sera alle 21.30. Abbiamo poi fatto una call con lui e il direttore Sagramola, abbiamo parlato e la mattina dopo, alle 10.30, mi hanno confermato la decisione. Ho preso il primo volo per arrivare a Vicenza, la voglia di venire era tanta perché mi piace tutto e penso si possa proporre molto con questa squadra, sia con i giovani che con lo zoccolo duro, perché penso si possa raggiungere tutto ciò che speriamo. Ho fatto la valigia velocemente, prendendo poche cose, perché volevo partire subito per arrivare qui. Oggi conoscerò i giocatori e poi inizieremo a lavorare. Nei prossimi dieci giorni avremo già tre partite, quindi dovremo essere super veloci a capire la condizione dei giocatori e come stanno a livello psicologico. Dobbiamo valutare tante cose e il lavoro sarà lungo, ma sono qui per risolvere i piccoli problemi che magari ci sono stati.

Partite passate del Vicenza? Ero a casa e ho guardato tante partite sia di C, che di B, che di A. Ho visto qualche gara del Vicenza, tanti giocatori li conosco per averli già affrontati. Ho visto poi tanti giovani interessanti sui quali lavorare, è una squadra che deve avere coraggio e riprendere quel coraggio che magari all’inizio si è intravisto. Sta a me e allo staff dare ai giocatori consapevolezza dei propri mezzi. Difesa a 3 o 4? La base può essere la difesa a 3 e il centrocampo a 4, davanti si può giocare con due trequartisti e una punta o un trequartista e due punte. L’atteggiamento sarà uomo contro uomo, sicuramente, mi piace avere due in mezzo al campo. Mi piace il calcio propositivo, il giocatore deve essere rabbioso, recuperare palla, ripartire, con la voglia di fare la gara. Non mi piace l’attesa, poi dipende dai momenti della gara e in tali momenti dobbiamo saper difenderci come si deve, ma poi dobbiamo saper ripartire velocemente.

Cosa darò? Tanto lavoro e impegno, cercherò di spingere i giocatori oltre i propri limiti. Ogni giocatore deve migliorarsi giorno dopo giorno e prepararsi alla partita al meglio. Io voglio quel tipo di atteggiamento e i ragazzi dovranno essere bravi a farlo, starà a me indirizzarli. Rosa completa? Penso sia prematuro parlare di mercato (ride, ndr). Devo conoscere di più i giocatori e i ruoli, perché voglio parlare con loro per capire dove possono rendere al meglio e per metterli nella condizione di fare al meglio il bene della squadra e del Vicenza. Devo essere bravo in questo poco tempo, avendo diverse gare ravvicinate, per far vedere i principi di gioco. Grande responsabilità date dalla piazza? La bellezza del calcio è questa. Più uno stadio è pieno, meglio è per un calciatore. Uno da bambino sogna di giocare di uno stadio pieno e che tifa per i propri colori, è una fortuna per me come allenatore e per i calciatori anche giovani, giocare in uno stadio così. La spensieratezza di un giovane può aiutare, se si sbaglia, non bisogna buttarsi giù, altrimenti è finita. Negli errori si impara, ai giovani chiederò di riprovarci sempre, anche dopo un errore.

Segnare un goal in più degli avversari? Ci sono delle fasi di gioco, ma la fase difensiva c’è ed esiste e la dobbiamo fare bene. La fase d’attacco piace a tutti, ma se non prendiamo goal, forse è pure meglio. La voglia deve essere quella di metterci lì con tutti i giocatori e capire cosa vogliamo fare. Non mi piace però attendere, mi piace duellare e giocarci la partita. Questa squadra a livello tecnico e strutturale può giocare anche uno contro uno contro qualunque in questa categoria. Chiamata del Vicenza? Non mi aspettavo la chiamata del Vicenza, però ne sono orgoglioso. Non ci ho pensato due volte quando mi hanno chiamato, ho detto subito a mia moglie e poi ai miei quattro figli che papà doveva partire per andare in una città alla quale non poteva dire di no, che avremmo fatto qualche sacrificio per la distanza, ma non vedevo l’ora di arrivare qui e sono partito subito".

Sezione: Primo Piano / Data: Mar 08 novembre 2022 alle 21:52
Autore: Davide Marchiol
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